di c.carabelli il gio apr 11, 2013 6:03 pm
Innanzi tutto ringrazio la dott.ssa Frattura per il supporto dato durante l'incontro avvenuto in data 4 aprile u.s.
il tema dell'uso dei qualificatori è complesso, ma è certo indispensabile poter ricevere indicazioni chiare sulla modalità corretta di codifica.
Codificare la capacità per un docente è di grade difficoltà, in quanto il setting nel quale avviene l'osservazione non è "neutro", ma nel contempo non sono corrette inferenze.
Negli interenti precedenti mi era già stato fatto notare però, come una codifica della componente attività e partecipazione sia incompleta senza il doppio qualificatore, ma senza chiarezza rispetto all'uso che un docente può realisticamente fare dei due qualificatori, è difficile operare.
Altro tema di estrema rilevanza è il contesto nel quale si effettua l'osservazione, anche per quanto attiene alla codifica della perfomance. Rispetto al contesto scolastico, ad esempio, non è chiaro quale ruolo assegnare alle attività correlate all'ordine scolastico nel quale l'alunno è inserito e come codificare le difficoltà di un alunno di applicare quanto la scuola prevede. Per formulare un esempio: se un alunno, usando la calcolatrice è in grado di effettuare calcoli relativi alle 4 operazioni coi numeri naturali. in problemi espressi verbalmente (quindi individuare i dati del problema, riconoscere il corretto operatore da utilizzare, usando la calcolatrice effettuare il calcolo) quando questi prevedono le 4 operazioni con numeri interi, MA è inserito in una classe V liceo, nella quale il programma prevede tutt'altro....
Certamente tutti noi dobbiamo fare un enorme salto di qualità nel far nostro il concetto di disabilità per spostare lo sguardo dal solo alunno alla relazione tra l'alunno e l'ambiente. Fin quando si ragiona in termini teorici senza dubbio se ne coglie l'importanza, ma permane la difficoltà ad una corretta "traduzione", sopratutto relativamente alla scelta dei qualificatori.
Credo che l'impegno di parte degli operatori scolastici, la tenacia nel non lasciarsi "smontare" dalla complessità e dalla novita del linguaggio, possa essere ben ripagato, e nel contempo essere volano per la crescita ed il rinnovamento profondo dell'inclusione scolastica, là dove questi stessi operatori siano fattivamente coinvolti nella ricerca e nella successiva elaborazione delle tanto attese linee guida.
La volontarietà della formazione, l'eterogeneità dei contributi, non sono certo d'aiuto, ed un MInistero più disponibile al confronto sul campo e alla raccolta, da questo territorio, delle esperienze e dei nodi problematici, forse permetterebbe di sostenere l'importante operazione di ricerc-azione che molti di noi stanno compiendo, molto spesso a proprie spese, con grade dedizione...magari sbagliando, ma certo con la buona fede di chi è disponibile a farsi guidare per correggersi.
Nella speranza che il forum di reteclassificazioni divenga luogo di confronto e scambio sempre più diffuso, ringrazio nuovamente coloro che, nel centro collaboratore, si renderanno disponibili ad un vero cammino comune
Chiara