Qualificatori di Attività e Partecipazione a scuola

La versione per bambini e adolescenti della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute amplia la copertura della classificazione principale tramite l'aggiunta di dettagli specifici di neonati, bambini, preadolescenti e adolescenti.

Qualificatori di Attività e Partecipazione a scuola

Messaggiodi c.carabelli il lun apr 16, 2012 11:56 am

Sono un'insegnante di sostegno ed ho un dubbio rispetto alla modalità di classificazione ai Attività e partecipazione

Desidero sapere se è possibile, in ambito scolastico, descrivere solo il qualificatore performance omettendo il qualificatore capacità, oppure se il qualificatore capacità (che va descritto in relazione all'ambiente standard) deve essere descritto defininendo il grado di problema rispetto al contesto scolastico (classe) nel quale l'alunno è inserito?

è possibile descrivere il solo qualificatore della perfomances indicando e descrivendo il livello di problema rispetto alla richiesta scolastica della classe ed indicando i fattori ambientali che possono ridurre la difficoltà?

Grazie

Chiara
c.carabelli
 
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Re: Qualificatori di Attività e Partecipazione a scuola

Messaggiodi lucilla.frattura il lun apr 16, 2012 12:13 pm

Gentile Chiara,
Grazie per aver utilizzato il portale per porre il suo quesito.
La questione che pone è di estremo interesse ed evidenzia uno dei temi cruciali dell’utilizzo dei qualificatori ICF.
In generale i qualificatori performance e capacità sono entrambi obbligatori.
Performance permette di evidenziare le difficoltà nel compiere una attività “al lordo” dei fattori ambientali. Se il valore della performance fosse =0, e fossero in azione dei fattori ambientali, vorrebbe dire che tali fattori hanno un effetto tale da azzerare qualsiasi difficoltà “intrinseca” della persona a svolgere quella determinata attività. Allo stesso modo, se il valore del qualificatore fosse diverso da 0, e fossero in azione dei fattori ambientali, vorrebbe dire che tali fattori non hanno un effetto tale da azzerare qualsiasi difficoltà “intrinseca” della persona a svolgere quella determinata attività.
Nel contesto scolastico, le informazioni relative al valore di performance e all’effetto dei fattori ambientali che lo spiegano sono di estremo interesse. Ci aiutano, infatti, a descrivere se e quanto i fattori del contesto scolastico permettono di far svolgere le attività agli alunni con problemi di salute con nessuna difficoltà.
Non c’è dubbio pertanto che il qualificatore performance è fondamentale per descrivere l’interazione tra alunno con condizione di salute e contesto scolastico.
La definizione del qualificatore capacità è complessa. L’ambiente standard a cui si riferisce ICF è l’ambiente della “testistica”, dell’esame obiettivo, della diagnostica: quell’ambiente in cui le attività dovrebbero essere svolte senza aiuti e senza interferenze da parte di niente e di nessuno. Tuttavia questo ambiente “neutro” e uguale dappertutto è difficile da trovare o da costruire, soprattutto per attività come “preparare i pasti”, “procurarsi beni e servizi”, “assistere gli altri”, “diritti umani”, e tante altre.
In modo empirico, si potrebbe definire il qualificatore “capacità” come quello che la persona fa senza fattori ambientali favorenti o ostacolanti. Se questa definizione fosse condivisibile, anche nel contesto scolastico potrebbe essere individuato il valore del qualificatore capacità, perché descriverebbe quello che la persona fa (non farebbe) senza fattori ambientali. Descriverebbe la difficoltà a svolgere azioni “al netto” dell’effetto dei fattori ambientali.
Sarebbe utile che lei ci inviasse alcuni esempi di valutazioni di attività riferite ad almeno due alunni, in cui adoperare il ragionamento che le proponiamo.
lucilla.frattura
 
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Re: Qualificatori di Attività e Partecipazione a scuola

Messaggiodi integrazione il lun apr 16, 2012 7:59 pm

Genti.ma Dott.ssa Frattura, la ringrazio per la risposta.
Nella nostra scuola noi adottiamo ICF sia per gli alunni con diagnosi funzionale che per gli alunni con dsa o altra situazione che richieda un progetto scolastico personalizzato.
La classificazione viene adottata contestualmente da noi, (docenti di sostegno e curricolari) dai medici e dai familiari.
I medici compilano prevalentemente le sezioni relative a funzioni e strutture, ma partecipano anche alla compilazione della componente Attività e Partecipazione
Relativamente alla componente Attività e Partecipazione, normalmente noi compiliamo in prevalenza i domini relativi a d1, ma in molte situazioni selezioniamo anche alcuni codici di d2 e successivi.
Ciascuno ovviamente utilizza strumenti di valutazione diversi: i medici utilizzano strumenti di valutazione codificati che sono meno dipendenti dai fattori ambientali (seppure molti di loro ci facciano notare come molte voci sono comunque condizionate dal setting, sia intermini positivi – assenza di barriere, che negativi-presenza di ostacoli o barriere). Gli insegnanti utilizzano i parametri valutatiti normalmente adottati per un alunno tipo di quella classe. Come lei può ben immaginare i parametri valutativi dei docenti non possono definirsi standard, perché in realtà sono soggetti a molti criteri soggettivi, ma in ogni caso sono indicativi della “distanza”, della difficoltà che l’alunno ha nella prestazione relativa al singolo codice, se paragonato alla prestazione attesa dal cosiddetto alunno “standard” (che poi non esiste … ma lo si prenda per dato). Nella scelta del qualificatore ciascuno quindi indica quello che meglio descrive il grado della difficoltà ed indica i fattori ambientali che ha rilevato essere condizionanti, sia in termini di facilitatore che di barriera/ostacolo.
Il confronto tra i diversi qualificatori scelti per ciascun dai diversi soggetti, permette inoltre di identificare i contesti nei quali la perfomance è migliore e quindi di identificare in quell’ambiente gli eventuali elementi contestuali facilitanti, così come i fattori contestuali ostacolanti per i contesti in cui la perfomance è stata peggiore.
Se ad esempio una docente che normalmente effettua una lezione frontale che prevede un’esposizione di 30 minuti, può rilevare una grave difficoltà nel dirigente l’attenzione, a confronto con il qualificatore scelto dal medico che può dare una lieve difficoltà o per assurdo nessuna difficoltà, nel primo caso possiamo identificare come fattori ostacolanti l’eccessiva durata della spiegazione, la natura dell’esposizione, l’assenza di ausili quali ad esempio una LIM, mentre come fattori facilitanti il setting con ridotti stimoli disturbanti.
Anche per gli alunni con DSA abbiamo avuto grande aiuto con questa modalità, perché i medici indicano il qualificatore della perfomance esplicitando le misure compensative e dispensative.
Questo ci è sembrato il modo più “vicino” alla possibilità di mettere in evidenza i fattori ambientali che possono essere introdotti da tutti, come quelli che da tutti dovrebbero essere rimossi.
In ogni caso, proprio perché appare estremamente difficile che docenti e familiari adottino strumenti di valutazione standard, (cosa vera anche per i medici per alcune voci) e data la difficoltà oggettiva a rilevare “la miglior prestazione possibile in assenza di fattori contestuali, abbiamo preferito non fare inferenze sulle “presunte capacità” .
Gli esempi che sono possibili sono tanti. Per esemplificare le potrei mandare un “prototipo di PDF” per una sua valutazione. Non mi sembra il caso di inviarlo all’interno del forum, ma se mi indica una modalità possibile per l’invio, lo farò con piacere.
Nella speranza che l’esperienza qui riferita, seppure in modo superficiale, possa permettere un ulteriore apprendimento ed un’eventuale aiuto da parte sua, la ringrazio fin d’ora per qualsivoglia suggerimento vorrà darmi per migliorare la nostra modalità di lavoro
Chiara
integrazione
 
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Re: Qualificatori di Attività e Partecipazione a scuola

Messaggiodi lucilla.frattura il mer apr 18, 2012 12:13 pm

Gentile Chiara,
gli elementi che introduce nella sua risposta sono tali da richiedere una discussione approfondita.
Anche in questo caso provo a chiarire il mio punto di osservazione sull’uso di ICF come linguaggio descrittivo della complessità. Uso a proposito il termine complessità per sottolineare l’irriducibilità della descrizione della realtà a pochi codici codificati. Tuttavia, nel momento in cui si sceglie di usare il linguaggio ICF, si sceglie di usare grammatica e sintassi di ICF. Si sceglie cioè di “ridurre”, “sintetizzare” la complessità per scopi precisi e in modo universalmente comprensibile. Sarebbe interessante che voi esplicitiate i vostri scopi per non rendere ambivalente l’uso di un linguaggio descrittivo come ICF. Allo stesso modo, sarebbe interessante confrontare sintesi descrittive fatte con ICF in paesi differenti, al fine di verificare se la traduzione al contrario (da ICF alla propria lingua) restituisce un frammento di quella complessità che con ICF abbiamo provato a sintetizzare.
Nella sua osservazione, viene inoltre evidenziata la varietà delle modalità di valutazione in uso da parte di professionisti differenti: nel suo caso medici e insegnanti. Se ICF è utile nella pratica, deve proprio permettere di sintetizzare valutazioni fatte con metodiche differenti. Da quello che scrive, intuisco che nell’attribuzione del valore del qualificatore performance ci sono punti di vista differenti che corrispondono a valori differenti dello stesso qualificatore. Come a voler dire che non esiste un valore di performance unico, ma che ognuno può tradurre la realtà che osserva con metodi differenti con valori differenti di qualificatore. Mi chiedo se vi siete dati una regola “spaziotemporale” per definire il valore del qualificatore performance. Se cioè i diversi osservatori osservano l’alunno nello stesso momento e sulle stesse attività (che potrebbe essere lungo un giorno, una settimana, un mese) o se invece le osservazioni sono state effettuate in momenti differenti (oltre che in diverse attività).
Un uso per così istantaneo della valutazione basata su ICF rischierebbe di far perdere il valore sintetico che essa può avere.
Infine un altro spunto di riflessione sul significato del qualificatore performance. Esso descrive la difficoltà nel fare/svolgere una attività (da nessuna difficoltà a completa difficoltà) con tutti i fattori contestuali. E’ sicuramente un interessantissimo descrittore della complessità. Descrive l’interazione tra la persona e i fattori contestuali di quella persona. In questa accezione, una frase che inizia con “l’alunno è in grado di…” non mi sembra una frase coerente con il significato del qualificatore performance. Casomai dovremmo dire “l’alunno è messo in grado di… fare” (calcolare, focalizzare l’attenzione, leggere, imparare a leggere, eccetera). Sono infatti i fattori ambientali che mettono in grado qualcuno che sta imparando di imparare, e così via.
Credo che sarebbe estremamente interessante nel contesto scolastico ribaltare il punto di vista dell’osservazione da quella sull’alunno a quella su chi mette in condizione l’alunno di apprendere. La valutazione basata su ICF potrebbe così diventare una valutazione sull’effetto dei fattori che permettono di apprendere. Il qualificatore performance acquisterebbe così una forza nuova e potente.
lucilla.frattura
 
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Re: Qualificatori di Attività e Partecipazione a scuola

Messaggiodi lucilla.frattura il mar apr 09, 2013 10:11 am

E' passato un anno dalla risposta data a Chiara Carabelli e credo importante attualizzare la discussione. C'è molto movimento sull'uso di ICF a scuola e si rischia anche molta confusione. Chi ha voglia di intervenire?
lucilla.frattura
 
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Re: Qualificatori di Attività e Partecipazione a scuola

Messaggiodi c.carabelli il gio apr 11, 2013 6:03 pm

Innanzi tutto ringrazio la dott.ssa Frattura per il supporto dato durante l'incontro avvenuto in data 4 aprile u.s.
il tema dell'uso dei qualificatori è complesso, ma è certo indispensabile poter ricevere indicazioni chiare sulla modalità corretta di codifica.
Codificare la capacità per un docente è di grade difficoltà, in quanto il setting nel quale avviene l'osservazione non è "neutro", ma nel contempo non sono corrette inferenze.
Negli interenti precedenti mi era già stato fatto notare però, come una codifica della componente attività e partecipazione sia incompleta senza il doppio qualificatore, ma senza chiarezza rispetto all'uso che un docente può realisticamente fare dei due qualificatori, è difficile operare.
Altro tema di estrema rilevanza è il contesto nel quale si effettua l'osservazione, anche per quanto attiene alla codifica della perfomance. Rispetto al contesto scolastico, ad esempio, non è chiaro quale ruolo assegnare alle attività correlate all'ordine scolastico nel quale l'alunno è inserito e come codificare le difficoltà di un alunno di applicare quanto la scuola prevede. Per formulare un esempio: se un alunno, usando la calcolatrice è in grado di effettuare calcoli relativi alle 4 operazioni coi numeri naturali. in problemi espressi verbalmente (quindi individuare i dati del problema, riconoscere il corretto operatore da utilizzare, usando la calcolatrice effettuare il calcolo) quando questi prevedono le 4 operazioni con numeri interi, MA è inserito in una classe V liceo, nella quale il programma prevede tutt'altro....
Certamente tutti noi dobbiamo fare un enorme salto di qualità nel far nostro il concetto di disabilità per spostare lo sguardo dal solo alunno alla relazione tra l'alunno e l'ambiente. Fin quando si ragiona in termini teorici senza dubbio se ne coglie l'importanza, ma permane la difficoltà ad una corretta "traduzione", sopratutto relativamente alla scelta dei qualificatori.
Credo che l'impegno di parte degli operatori scolastici, la tenacia nel non lasciarsi "smontare" dalla complessità e dalla novita del linguaggio, possa essere ben ripagato, e nel contempo essere volano per la crescita ed il rinnovamento profondo dell'inclusione scolastica, là dove questi stessi operatori siano fattivamente coinvolti nella ricerca e nella successiva elaborazione delle tanto attese linee guida.
La volontarietà della formazione, l'eterogeneità dei contributi, non sono certo d'aiuto, ed un MInistero più disponibile al confronto sul campo e alla raccolta, da questo territorio, delle esperienze e dei nodi problematici, forse permetterebbe di sostenere l'importante operazione di ricerc-azione che molti di noi stanno compiendo, molto spesso a proprie spese, con grade dedizione...magari sbagliando, ma certo con la buona fede di chi è disponibile a farsi guidare per correggersi.
Nella speranza che il forum di reteclassificazioni divenga luogo di confronto e scambio sempre più diffuso, ringrazio nuovamente coloro che, nel centro collaboratore, si renderanno disponibili ad un vero cammino comune
Chiara
c.carabelli
 
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