di lucilla.frattura il mer apr 18, 2012 2:24 pm
Riprendo la questione della definizione di "grave" alla luce del modello di funzionamento proposto da ICF/ICF-CY per proporre una riflessione metodologica che come Centro collaboratore OMS abbiamo portato all'attenzione dei lavori del WHO-FIC network (la rete dei centri collaboratori OMS sulle classificazioni, di cui facciamo parte). In ottica ecologica e biopsicosociale, e volendo utilizzare la definizione di disabilità fornita da ICF (chè è identica a quella fornita da ICF-CY) una condizione di disabilità sarebbe grave quando l'interazione (è non la persona) tra persona con condizioni di salute e fattori contestuali di quella persona è non solo e in generale "negativa" (vedi la definizione di disabilità nell'allegato 2), ma espressa con valori del primo qualificatore per le componenti Funzioni corporee, Strutture corporee, Attività e partecipazione diversi da 0. Negli allegati di ICF e di ICF CY non è chiarito dov'è il confine tra disabilità e funzionamento (si dice che può essere deciso dagli utilizzatori sulla base di necessità specifiche).Tuttavia si può dedurre che se il primo qualificatore è diverso da 0 l'interazione non è "positiva" (cioè non viene descritto il funzionamento). Pertanto, quando si decide di usare ICF per descrivere funzionamento e disabilità (ovvero per descrivere interazioni persona-contesto) si può descrivere "disabilità" tutte le volte che una categoria ICF qualificata, ha il primo qualificatore diverso da 0. Ma come si fa a descrivere una interazione genericamente problematica e una interazione descrivibile in termini di "disabilità grave"? Poichè chi usa ICF in generale utilizza un subset di categorie, il numero di categorie codificate in cui il primo qualificatore è diverso da 0 indicherebbe l'estensione della "disabilità" complessiva in un determinato profilo di funzionamento. Nello stesso profilo, tuttavia sarebbe doveroso evidenziare anche quelle categorie in cui il primo qualificatore è =0 in modo da descrivere quelli che ICF chiama "aspetto positivo dell'interazione tra persona con condizione di salute e fattori contestuali di quella persona" (altrimenti non si vedrebbe quel continuum tra funzionamento e disabilità nello stesso profilo e non si vedrebbe come opera il mix dei fattori ambientali sullo stesso profilo).
Non basterebbe pertanto contare le categorie qualificate che indicano disabilità. inoltre il valore del qualificatore che indica un aspetto negativo dell'iterazione può andare da 1 a 4, indicando aspetti negativi di "gravità" crescente. In analogia con il ragionamento fatto più sopra, potremmo ritenere, senza sbagliare, che le interazioni che hanno valore di qualificatore =4 sono sicuramente molto negative. Si potrebbe convenire che sono descrittive di "disabilità gravi" ovvero di interazioni con aspetti molto seriamente negativi. su queste tematiche stiamo lavorando a partire da coorti di casi valutati con protocolli basati su ICF. Questo modo di affrontare la descrizione delle disabilità (e la sua coesistenza con i funzionamenti in ogni profilo di funzionamento descritto con ICF) non è esattamente quello corrente, in cui si tende a ritenere "disabile grave" una persona con una determinata diagnosi e con determinate compromissioni del corpo.